Descrizione
Parole chiave: psicoanalisi, cinema, psicopatologia, psicosi, psicopatia
Nella ricerca qui proposta da Pietro Rizzi conduce un’analisi delle trasformazioni avvenute da decenni nella rappresentazione della psicosi, sostituita dall’immagine sociale della Follia diffusa, per approdare a una particolare figura patologica, quella dello psicopatico con tendenze criminali e perverse, esaminata nella filmografia di alcuni noti registi: Polanski, Cronenberg, Haneke, Garrone, Lars Von Trier. Qui il personaggio dello psicopatico viene talvolta assimilato all’immagine stessa del Male, minaccia immanente all’ordine e alla coesione sociale proprio per la sua inafferrabilità. L’esito finale di tale ricognizione è stato il riconoscimento del sorgere e dell’affermarsi nel corpo sociale di una figura di un “malato mentale” che in realtà non è mai stato definito chiaramente tale nella società attuale. Il lavoro si conclude con un’ultima revisione di quanto gli atteggiamenti collettivi nei confronti della malattia mentale, e dei suoi corollari psicosociali, seguano un’evoluzione condizionata dall’immaginario cinematografico, molto attivo attraverso i media; materia di grande attualità, anche se non sempre avvertita, nell’esperienza clinica quotidiana degli Psichiatri e degli Psicoterapeuti.