Descrizione
Oggetto: Gli autori hanno voluto approfondire i fenomeni dell’infanticidio e del figlicidio, esplicandone le divergenze concettuali e identificando determinate definizioni psicopatologiche che assumono rilevanza nel dominio clinico, data la mancanza allo stato dell’arte di modelli interpretativi condivisi e della scarsa bibliografia esistente. E’ stato esaminato lo sviluppo psicopatologico che conduce a tali forme di violenza intrafamigliare del post-partum, alla luce di alcune ipotesi psicodinamiche (come ad es. quelle di Kohut, Kernberg, Resnick, et al.) e in senso multifattoriale. Si analizzano alcune proposte della ricerca scientifica in ambito di prevenzione e di riabilitazione (come ad es. quelle di Kunst et al.). L’indagine è stata condotta tenendo conto dei peculiari cambiamenti fisico-ormonali, propri della gravidanza e del puerperio, e degli investimenti emozionali che dislocano rilevanti dinamiche psichiche all’interno della diade madre-bambino. Metodo: Esame critico della letteratura e ricerche in ambito internazionale, attraverso motori di ricerca e riviste specializzate. Risultati: Per dare definizione di infanticidio è necessario che il delitto sia compiuto tra i sei mesi ed un anno di età del figlio. Di contro, quando il delitto avviene dopo l’anno di età della vittima-bambino si delinea la fattispecie di reato del figlicidio. Le configurazioni psicopatologiche che scompensano la personalità della madre con maggior incidenza sono: i disturbi dell’umore (Maternity Blues, depressione post-partum), la psicosi puerperale, la Sindrome di Münchausen per procura, la Battered Child Syndrome, i disturbi di personalità (borderline, narcisistico, dipendente) e la schizofrenia (sottotipo paranoide). Essi si pongono sul continuum normalità-patologia e fanno capo al processo di crisi. I predetti inquadramenti nosografici sono da considerare unitamente ai vissuti interni della madre: il sentimento di vuoto, il sentimento di inadeguatezza riferito al ruolo materno e il cambiamento del ruolo sociale. L’infanticidio sembrerebbe determinato da uno scompenso in senso depressivo, mentre il figlicidio virerebbe maggiormente verso un’origine con caratteristiche psicotiche. Conclusioni: L’identificazione e la definizione di configurazioni psicopatologiche si presentano deboli al fine di interpretare i complessi fenomeni dell’infanticidio e del figlicidio, in cui di frequente è possibile riscontrare doppie diagnosi e comorbilità. Sulle basi tracciate è auspicabile formulare modelli interpretativi e linee trattamentali adeguati a questo contesto della sofferenza mentale.[:en]Objective: The authors have chosen to explore the phenomena of infanticide and filicide, performing the conceptual differences and identifying certain psychopathological definitions which become important in the clinical domain, given the lack of models to the state of shared interpretations and lack of existing literature. It was examined the psychopathological development that leads to such forms of intra-familiar violence of post – partum, in light of some psychodynamic hypotheses (e.g. Kohut, Kernberg, Resnick) and multifactorial effect. Some proposals of scientific research in the field of prevention and rehabilitation (e.g. Kunst) are analysed. The survey was conducted taking into account the specific physical changes-hormones, their pregnancy and childbirth, and the emotional investment that displace significant psychological dynamics within the dyad mother-child. Method: Critical examination of the literature and research in the international field and qualified magazines. Results: To give the definition of infanticide it is necessary that the crime is made between six months and one year of age of the child. Conversely, when the crime occurs after the one year of age of the victim child it emerges the offense of filicide. The psychopathological configurations that unbalance the mothers personality with frequent occurrence are: mood disorders (Maternity Blues, postpartum depression), puerperal psychosis, the syndrome of Münchausen by proxy, the Battered Child Syndrome, personality disorders (borderline, narcissistic, dependent) and schizophrenia (paranoid subtype). They are placed on the continuum of normality-pathology and refer to process of crisis. The above-mentioned nosographical classification should be considered together with the inner feelings of the mother: the feeling of emptiness, feelings of inadequacy related to the maternal role and the change of social role. Infanticide seems to be the result of a failure in the sense of depression, while the filicide would veer more to source with psychotic features. Conclusions: The identification and definition of psychopathological configurations appear weak in order to interpret the complex phenomena of infanticide and filicide, where often you can find dual diagnosis and comorbidity. On the basis of interpretation it is desirable to formulate models and treatment lines appropriate to this context of mental pain.
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