Parole chiave: maladaptive daydreaming, fantasia, dipendenza comportamentale, dissociazione, diagnosi
Il presente articolo si propone di esaminare il costrutto di maladaptive daydreaming (MD), ovvero il sognare a occhi aperti disadattivo, mediante lo studio delle caratteristiche che lo connotano e lo distinguono sia dal comune fantasticare sia da altre forme psicopatologiche. Il MD può essere definito come un disturbo caratterizzato da un uso tanto esteso della fantasia da compromettere il funzionamento individuale. Da un punto di vista fenomenologico e psicopatologico, il MD mostra numerose similitudini con altri disturbi attualmente concettualizzati all’interno dello spettro delle dipendenze comportamentali. Esso è infatti contraddistinto da dinamiche ossessive, impulsive, compulsive e dissociative, incluso l’impiego di rituali, quali l’ascolto della musica e l’attività cinestetica, che servono a incrementare il grado di assorbimento verso il proprio mondo interno. Il MD presenta alti livelli di comorbilità con altri disturbi che possono condurre a diagnosi errate e trattamenti inadeguati. Infatti, le dinamiche sottese a questo disturbo possono produrre sintomi appartenenti a differenti condizioni psicopatologiche, quali, ad esempio, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, i disturbi ossessivi, e i disturbi dissociativi. Pertanto, il clinico dovrebbe essere a conoscenza degli elementi utili a effettuare una diagnosi differenziale e gli strumenti volti a valutare e quantificare i sintomi appartenenti al MD per poter trattare efficacemente gli individui che soffrono di questo disturbo.