Gli interventi basati sulla mindfulness. Quali sono, come agiscono, quando utilizzarli II edizione

42,00

A cura di Alberto Chiesa e Cristiano Crescentini

ISBN

9788836250769

doi

https://doi.org/10.36131/FIORITIEDITORE-MINDFULNESS

pagine

514

pubblicazione

Giugno 2023

formato

16×24

Descrizione

Lo scopo principale di questo libro è quello di dare risposte alle domande di chi desidera portare la mindfulness nella propria vita e nella propria pratica clinica, riconoscendo l’importanza che la mindfulness può avere tanto in ambito personale che professionale. Il testo è stato scritto in modo tale da essere accessibile a tutti coloro che desiderano approfondire la teoria e la pratica della mindfulness. Tuttavia, può risultare particolarmente utile per i clinici desiderosi di avere risposte ai seguenti quesiti:

  • che cos’è la mindfulness?
  • per quali condizioni cliniche (e non) gli interventi basati sulla mindfulness hanno dimostrato di essere maggiormente efficaci?
  • quando si può proporre a un paziente l’affiancamento di terapie più tradizionali, come la farmacoterapia o la psicoterapia, con le pratiche di mindfulness?
  • come si può descrivere a un paziente la mindfulness in parole semplici, essendo al tempo stesso consapevoli della ricchezza e della profondità che sta dietro questo termine?
  • come si possono incarnare le qualità che la pratica di mindfulness propone?
  • come si può utilizzare efficacemente la mindfulness nel colloquio terapeutico qualora si decida di non inviare un paziente a una specifica pratica di mindfulness?
  • cosa si sa a oggi dei meccanismi psicologici e neurobiologici che sottendono i benefici clinici associati alla pratica della mindfulness?
  • quali sono le nuove direzioni di sviluppo della mindfulness in un mondo sempre più digitalizzato?
Alberto Chiesa, psichiatra, psicoterapeuta e istruttore di Mindfulness based Stress Reduction e Mindfulness based Cognitive Therapy. Esercita presso il proprio centro clinico “Istituto Mente Corpo” di Bologna. Ha collaborato per anni con il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna con cui ha condotto numerose ricerche volte ad investigare gli effetti clinici delle pratiche di mindfulness sul benessere psicofisico in persone con problematiche legate allo stress e con disturbi psicologici, come ansia e depressione. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche, che includono articoli scientifici e presentazioni orali presso convegni nazionali e internazionali, molte delle quali inerenti il campo della mindfulness. Dal 2012 è docente presso l’Associazione di Psicologia Cognitiva e la Scuola di Psicoterapia Cognitiva ed è editor della rivista scientifica “Mindfulness”. Dal 2013 tiene annualmente corsi di formazione per istruttori di interventi basati sulla mindfulness (https://apc.it/lista-eventi/interventi-basati-sulla-mindfulness/)

Cristiano Crescentini, psicologo, psicoterapeuta, istruttore di interventi basati sulla mindfulness, PhD in Neuroscienze e professore associato in Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società (DILL) dell’Università de-gli Studi di Udine. Nella stessa Università dirige il Master in Meditazione e Neuroscienze.

Indice

Curatori e autori
Prefazione alla II edizione
di Alberto Chiesa
Introduzione. Mindfulness: perché disturbarsi?
di Alberto Chiesa

Parte I
Gli interventi basati sulla mindfulness

1. Il concetto di mindfulness dalle origini ai giorni nostri
Alberto Chiesa
2. La Mindfulness-Based Stress Reduction
Alberto Chiesa
3. La Mindfulness-Based Cognitive Therapy e altre terapie basate sulla mindfulness
Alberto Chiesa
4. Mindful compassion: origini e principi della Compassion Focused Therapy
Nicola Petrocchi e Antonella D’Innocenzo

Parte II
La clinica della mindfulness
Mindfulness e disturbi psicologici

5. La mindfulness nei disturbi dell’umore
Alberto Chiesa
6. La mindfulness nei disturbi d’ansia
Alberto Chiesa
7. La mindfulness e i disturbi dell’alimentazione
Vittorio Varbella, Annalisa Brustolin, Rossella Parisi, Paola Longo, Giovanni Abbate Daga
8. La mindfulness nella terapia del disturbo ossessivo compulsivo
Barbara Barcaccia e Alessandro Couyoumdjian
9. La mindfulness nei disturbi da uso di sostanze: dimensioni psicopatologiche, processi e implicazioni cliniche
Marco Cavicchioli
10. La mindfulness nel trauma e nella dissociazione
Fabio D’Antoni
11. Mindfulness e psicosi
Elisabetta Caletti, Alberto Rossi, Cinzia Perlini
12. La meditazione mindfulness in età evolutiva e nei disturbi del neurosviluppo
Alessio Matiz e Matteo Cimenti

Mindfulness e disturbi medici

13. Mindfulness e dolore cronico
Licia Grazzi e Alessandra Telesca
14. I protocolli basati sulla mindfulness in oncologia: dalle evidenze alla pratica clinica
Simone Cheli
15. Mindfulness e patologie neurodegenerative
Francesco Pagnini e Francesca Grosso

Mindfulness e benessere

16. La mindfulness per la riduzione dello stress
Mariangela Lanfredi
17. La mindfulness nelle professioni di aiuto
Ciro Conversano e Angelo Gemignani
18. Mindfulness e psicologia positiva, un intento comune
Susanna Feruglio e Cristiano Crescentini

Parte III
Mindfulness e psicoterapia

19. La mindfulness come intervento terapeutico individuale
Alberto Chiesa
20. Gli sviluppi della mindfulness nella relazione terapeutica
Graziano Graziani

Parte IV
Meccanismi d’azione degli interventi basati sulla mindfulness

21. Mindfulness e regolazione delle emozioni
Luca Iani, Nicole Bungaro, Elena Zamboni, Davide Clemente
22. Le neuroscienze della mindfulness
Salvatore G. Chiarella, Skaiste Kerusauskaite, Matteo Laurenzi, Monia D’Angiò, Antonino Raffone
23. Allenare il cuore: correlati ed effetti psicofisiologici delle pratiche focalizzate sulla compassione
Nicola Petrocchi e Cristina Ottaviani
24. Il lato oscuro della meditazione: rischi, eventi avversi ed effetti collaterali
Susanna Feruglio e Cristiano Crescentini

Parte V
Nuove applicazioni della mindfulness e appendice pratica

25. Mindfulness e mondi digitali
Luca Chittaro
26. Parte pratica: la Meditazione Orientata alla Mindfulness (MOM)
Franco Fabbro, Cristiano Crescentini, Alessio Matiz
27. Conclusioni: la mindfulness in prospettiva
Alberto Chiesa

Indice analitico

Prefazione alla II edizione

di Alberto Chiesa

Tornare dopo oltre dieci anni sulle pagine di questo libro è stato un
lavoro portato avanti con immenso piacere. Quando mi dedicai per la
prima volta a questo testo nel 2011 la mindfulness stava appena iniziando
a fare capolino nel panorama clinico e di ricerca italiano. All’estero,
quantomeno in alcuni paesi come Stati Uniti, Germania e Inghilterra,
la mindfulness stava già iniziando a essere applicata in modo consistente,
soprattutto nell’ambito della gestione dello stress e della prevenzione
delle ricadute depressive in pazienti con depressione maggiore ricorrente
(American Psychiatric Association 2010, Chiesa e Serretti 2009). Tuttavia,
nel nostro paese, come in molti altri, solamente un numero sparuto
di persone si stava interessando a questa disciplina e ancor meno erano i
clinici e i ricercatori focalizzati sul tema, o che anche solo sapevano della
sua esistenza.
Tanto per fare qualche esempio, la prima revisione della letteratura
scientifica disponibile sugli interventi basati sulla mindfulness è stata
pubblicata nel 2003 e includeva soltanto 21 articoli (Baer 2003). Nel
2017, assieme ad altri coautori, mostravo come le sole revisioni sistematiche
della letteratura sul tema della mindfulness dalla prima revisione
sistematica di Ruth Baer del 2003 al termine del 2016 contassero oltre
120 articoli pubblicati in lingua inglese e come negli anni fossero cresciute
esponenzialmente (Chiesa et al. 2017). In linea con questi dati, una
nuova revisione della letteratura sulla mindfulness realizzata nel 2021 ha
mostrato come negli ultimi 55 anni le pubblicazioni sulla mindfulness siano
cresciute esponenzialmente e come, al momento della pubblicazione
della review, fossero stati pubblicati oltre 16.500 articoli sulla mindfulness
(Baminiwatta e Solangaarachchi 2021): una situazione molto differente
da quando 12 anni fa per la prima edizione del testo il materiale
sul quale mi ero basato consisteva in poco più di un migliaio di articoli.
E non solo. Nel frattempo, anche in Italia la mindfulness è diventata
una disciplina sempre più conosciuta, tanto nella comunità scientifica
quanto in quella generale. A oggi un crescente numero di persone, per
le più svariate ragioni, si sta approcciando alla pratica della mindfulness:
dalla gestione dello stress a quella dell’ansia, dal bisogno di affiancare le
cure tradizionali per una malattia a un desiderio di crescita e di sviluppo
personale, da ragioni psicologiche a motivazioni spirituali, e ancora, dal
desiderio di praticare la mindfulness individualmente a quello di trasmetterla
ai propri figli, studenti o pazienti. La mindfulness, di fatto, ha oggi
raggiunto una fetta della popolazione inimmaginabile solo pochi anni fa.
Tuttavia, questa diffusione e crescita della notorietà della mindfulness
non è avvenuta senza un prezzo. Come spesso avviene quando un nuovo
concetto si diffonde tra le masse, soprattutto se questa diffusione avviene
in un lasso di tempo relativamente breve, il significato originale del
costrutto e dell’esperienza che sta dietro un determinato termine tende
a venire semplificato, banalizzato, se non addirittura distorto al punto
tale da avere ben pochi punti di contatto con ciò che originariamente si
intendeva.
Per tutte queste ragioni, in questi ultimi anni ho più volte sentito la
necessità di un aggiornamento e di una revisione del testo originale, anche
se i numerosi e crescenti impegni clinici e didattici non mi hanno
a lungo permesso di procedere in tale direzione. Tuttavia, negli ultimi
due anni diversi avvenimenti hanno creato le condizioni favorevoli per
poter finalmente arrivare a questa nuova edizione. Tra tutti questi, per
focalizzare l’attenzione solamente sugli aspetti principali, desidero certamente
sottolineare l’importanza della conoscenza e della collaborazione
con Cristiano Crescentini e Franco Fabbro dell’università di Udine, il cui
interesse e la cui conoscenza e visione profonda sulla mindfulness hanno
portato a uno scambio estremamente florido e costruttivo sugli aspetti
a cui prestare maggiore attenzione, sulle tante innovazioni occorse da
una decina di anni fa a oggi e sulla forma finale da dare a questa nuova
edizione del libro.
Nell’impossibilità, alla luce dell’esplosione di ricerche e conoscenze
sulla mindfulness avvenuta in questi ultimi anni, di occuparmi singolarmente
della nuova edizione del libro, come era stato per la prima edizione,
la mia gratitudine va anche a tutti gli autori che, ognuno con le
proprie competenze e specificità, hanno dato un significativo contributo
a questa nuova edizione. E ancora a Cristiano, che oltre ai suoi contributi
al testo, ha coordinato gli autori e a Franco che ha curato la parta finale
di questo libro. Nella prima edizione mancava, infatti, una parte pratica.
All’epoca c’erano già ottimi manuali e testi divulgativi che trattavano la
parte pratica della mindfulness (ad es. Kabat-Zinn 1990, Segal et al. 2002)
e avevo pensato che non fosse necessario includere delle indicazioni sulla
pratica della mindfulness in un testo che era prevalentemente inteso
come testo di divulgazione scientifica. Tuttavia, negli anni occorsi dalla
pubblicazione della prima edizione di questo testo ho ricevuto diverse
richieste relative all’inclusione di una parte pratica a conclusione di quella
teorica che era fin dall’inizio stata il focus principale di questo libro.
Alla luce dei tanti testi che già danno indicazioni su come praticare la
mindfulness, generalmente seguendo le indicazioni proposte nel protocollo
di Mindfulness-Based Stress Reduction e di Mindfulness-Based Cognitive
Therapy, abbiamo pensato potesse essere più utile e interessante
dare delle indicazioni sul metodo di Mindfulness-Oriented Meditation, o
MoM (Meditazione-Orientata alla Mindfulness), un percorso di mindfulness
sviluppato appunto da Franco e Cristiano (si veda, ad es. Fabbro e
Crescentini 2016), meno conosciuto rispetto ad altri percorsi ma a oggi
studiato in diverse ricerche che si sono focalizzate sia sulla sua efficacia
clinica che sui soggiacenti meccanismi neurobiologici (ad es. Matiz et al.
2021, Zaccari et al. 2022).
Un sentito ringraziamento va certamente anche ai maestri e agli istruttori
con cui in questi ultimi oltre 15 anni ho avuto modo di collaborare e
confrontarmi e da cui ho avuto molto da imparare, e al professor Francesco
Mancini e all’editore Giovanni Fioriti che, ancora una volta come 12
anni fa, hanno creduto in questo progetto. Desidero concludere questa
prefazione con l’augurio che sia chi ha acquistato questo testo per ragioni
personali sia chi lo ha fatto per ragioni professionali possa trovarlo utile e
interessante tanto dal punto di vista teorico che pratico e possa utilizzarlo
come una base aggiornata e comprensiva a partire dalla quale possa porsi
nuove domande e, perché no, dare il proprio contributo negli anni a venire
a questo florido campo di ricerca in continua evoluzione.

                                                                                  Bologna, 3 ottobre 2022

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