Le “due educazioni”: insegnare lingua e letteratura a scuola

26,00

di Anna Angelucci

ISBN

978-88-3625-066-0

formato

16×24

pagine

280

pubblicazione

Novembre 2022

Categoria:

Descrizione

Cosa accade oggi, a scuola, nell’ora di italiano?

In che modo è agito nelle nostre classi troppo affollate uno spazio linguistico e letterario sempre più marginalizzato da una diversa educazione all’immaginario che preme con le sue istanze culturali e ideologiche? Quali percorsi, quali scelte, quali pratiche didattiche possono indicarci una direzione per riconquistare ai testi letterari e alla parola scritta, per i nostri studenti, un possibile orizzonte di senso? Al cospetto di una disciplina che è diventata, per disordinata giustapposizione, una somma di attività irrelate – l’ora di antologia, l’ora di grammatica, l’ora di scrittura, l’ora di lettura, fino all’ora di addestramento ai test Invalsi (sic!) – in cui sono perlopiù i libri di testo a declinare le modalità di accesso al sapere, come reagire alla progressiva inconsistenza di un insegnamento dell’italiano tanto frammentato nei contenuti e nel metodo?

La riflessione contenuta nelle pagine di questo libro si compone di tre parti.

Nel primo capitolo viene ricostruito il percorso che ha separato, a partire dalla metà degli anni ’70, l’educazione linguistica e l’educazione letteraria, mantenendo la prima in una dimensione normativa inefficacemente prescrittiva e costringendo a lungo la seconda nella sterile decostruzione formalistica indotta dal paradigma teorico della narratologia e, oggi, al pedissequo computo funzionale imposto dal paradigma economicistico delle competenze.

Nel secondo capitolo il rapporto tra lingua e letteratura viene esplorato alla luce della contemporanea “teoria della mente”, che attribuisce anche all’atto linguistico della narrazione una funzione epistemica fondamentale sotto il profilo evoluzionistico. E nel confronto con le nuove forme espressive dei media digitali, la letteratura può restituire alla nostra parola i suoi possibili percorsi di significazione di ciò che Italo Calvino chiamava le cose necessarie e difficili.

L’ultima parte del libro articola una proposta antologica su alcuni testi narrativi e poetici.

Accostati tra loro per generi e temi, e accompagnati da riflessioni di altri autori anche oltre la dimensione strettamente letteraria, essi offrono allo sguardo quei bagliori di verità che traspaiono nelle forme problematiche, dinamiche, mutevoli con cui la letteratura e la lingua danno vita al nostro discorso umano.

Anna Angelucci insegna italiano e latino nei licei. Svolge attività di formazione e libera ricerca sui temi della didattica e della valutazione. Ha scritto, con Giuseppe Aragno, Le mani sulla scuola. La crisi della libertà di insegnare e di imparare, Castelvecchi, Roma 2020; e con Renata Puleo, Cos’è un libro? Sull’oblio della lettura nell’era digitale, Giovanni Fioriti Editore, Roma 2021.

 

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